Dopo un'estate segnata da numerosi e ripetute aggressioni a persone gay e lesbiche, da Roma, che è stata maggiormente colpita da queste aggressioni, è partito un movimento spontaneo che ha portato in piazza una protesta del movimento LGBT quasi d'altri tempi, rispetto ai Gay Pride ai quali ci eravamo abituati. Niente musica, niente danze, ma solo persone, con le loro voci per dire BASTA e a chiedere uniti, dal nord al sud del Paese, finalmente una legge che consideri un'aggravante l'odio di tipo omofobo per i reati contro le persone e le cose. Dopo che l'attuale Ministro delle Pari Opportunità, On. Mara Carfagna, ad inizio mandato aveva affermato che non esiste in Italia un problema di discriminazione delle persone omosessuali e ha eliminato dal sito ufficiale del Ministero qualsiasi riferimento all'omosessualità; dopo che il Vaticano e le ha osteggiato anche in sede ONU la presentazione di progetto di depenalizzazione universale dell'omosessualità (in 80 paesi è ancora reato e in 5 viene punita con la pena di morte - vedi http://www.ilga.org), migliaia di cittadini e cittadine italiane, gay, lesbiche ma anche molti eterosessuali, come sempre dalla parte dei diritti civili, hanno voluto far sentire in modo chiaro e netto la loro voce.
Ora non hanno più scuse. Non si sono più le "carnevalate" dei Gay Pride, con le favolose Drag Queen e le trans mozzafiato, a distrarre la loro attenzione. Ora, se i nostri rappresentati al parlamento e al governo hanno un minimo di pudore e onestà intellettuale, dovranno per forza tener conto di queste manifestazioni.
Forse veramente una nuova "Stonewall" è ricominciata (http://it.wikipedia.org/wi
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