Che senso ha un Pride? Ogni anno ci facciamo questa domanda, prima e sopratutto durante i preparativi delle manifestazioni per celebrare.... Ecco appunto: per celebrare cosa? In teoria per ricordare i moti iniziati a NY il 28 giugno 1969 e che hanno dato il via al movimento per il riconoscimento dei diritto delle persone LGBT. E ogni anno queste manifestazioni cercano di trovare un nuovo tema, un nuovo (si fa per dire) spunto di rivendicazione e riflessione.
L'aspetto politico degli ultimi Pride è però passato in secondo piano, almeno per la maggior parte dei partecipanti, in favore della festa. E non lo dico necessariamente con un'accezione negativa. Anzi, trovo molto bello che così tanti giovani vogliano scendere e sfilare x le strade "solamente" per rivendicare il loro diritto di "essere", anche ballando e saltando dietro un carro e alla musica di decine di dj. Ma gli slogan e i temi politici, che spesso sono causa di estenuanti riunioni e mal di pancia per gli attivisti, rimangono alla testa del corteo, mentre nelle retrovie impazza la festa. E purtroppo invece tutti sappiamo quanto bisogno ci sarebbe che anche solo qualcuna di queste rivendicazioni fosse finalmente accolta dalla classe politica e diventasse realtà anche per decine di migliaia di cittadine e cittadini Italiani.
Quest'anno andiamo in vacanza a Stoccolma, anche per seguire il Pride, in un paese dove le coppie dello stesso sesso sono una realtà riconosciuta da anni, solo per citare una piccola differenza tra questa e la nostra realtà italiana. E in questi casi la domanda sorge ancora più spontanea e fragorosa: che senso ha un Pride? Speriamo di scoprirlo e dare qualche risposta nei prossimi giorni.
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