sabato 19 gennaio 2008

Fede/Omosessualità/Vaticano

Trovo stancante e fastidioso (anche se poi me ne guardo bene dal parteciparvi!!) il voler continuare ad aprire tavoli di confronto tra fede e omosessualità.
Sinceramente, il problema del conciliare fede ed omosessualità me lo sono risolto personalmente molti anni fa, aprendo un tavolo con me stesso e con il mio allora assistente spirituale. Il tavolo è stato chiuso dopo 2 minuti dall'assistente stesso e ho preso su teatro e burattini e ho deciso di vivere la mia vita e la mia (poca residua) fede.

Questi confronti tra chi ha fede e chi forse non ne ha, basati solo sul fatto comune di amare o provare attrazione erotica per persone dello stesso sesso, mi pare abbia poco senso. Anche perchè ci sarebbe sopratutto il terzo convitato (non invitato ma presente) a questo tavolo: il Vaticano. Infatti in quasi tutte le discussioni ascoltate fin'ora, in realtà l'argomento era lo scontro tra chi è laico e vede una visione laicista della vita e della società (indipendentemente dalla propria fede personale) e chi invece pensa che la fede personale si debba riflettere nella vita sociale, pretendento che diventi norma comune o peggio legge. Come il non condividere un comportamento, perchè contro la propia morale o considerato peccato, non deve diventare reato.

Insomma spero abbiate capito il mio pensiero. Andrea della Fenice, che non conosco personalmente, può essere in assoluta buona fede, ma mi pare continui ad avere un atteggiamento NON solo da persona che ha fede, ma da CATTOLICO (quindi in qualche modo osservante degli insegnamenti vaticani) che difficilmente potrà essere compreso da una persona militante che invece ha una visione laica (come la mia) dello stato, dove tutte le religioni sono accettate in egual misura fino a quando non vanno a violare principi base della convivenza democratica e del rispetto dei diritti e della dignita di uomini e donne (e ovviamente dei bambini ;-) )

Ecco, forse le analisi attente di Enzo possono essere utili a capire certi fenomeni, ma non si parli di fede, please.

Marco
Pugne, non pugnette