giovedì 15 aprile 2010

Omosessuali in Italia: ma a che punto stiamo dopo 40 anni?

Nel 2010 si celebreranno i 40 anni del movimento omosessuale in Italia. Cos'è cambiato da allora? Possiamo dirci soddisfatti, possiamo dire di stare meglio? Possiamo dire che il paese e gli italiani abbiano realmente cambiato la loro percezione e il loro parere sull'omosessualità e sulle persone omosessuali?

Io non lo so, ma non sono troppo ottimista.

Quando ancora oggi in Italia ci si permette di dire che gli omosessuali sono dei malati, se esponenti di una organizzazione che comunque rappresenta e dovrebbe guidare milioni di cittadini si permettono di affermare che la pedofilia è strettamente legata all'omosessualità, se comunque la maggioranza degli italiani pensa che non sia giusto che coppie omosessuali possano sposarsi civilmente, allora non possiamo essere ottimisti.

E di chi è la colpa di tutto questo? Io sono stanco, veramente stanco, di sentirmi ripetere che la colpa sia della chiesa, che in Italia abbiamo la chiesta, e palle di questo tipo. Certo, abbiamo la Chiesta in Italia, ma in Spagna hanno l'Opus Dei (che forse è ancora peggio della Chiesa), eppure un governo di destra ha approvato una legge che riconosce le unioni civili tra coppie dello stesso sesso (solo dopo il capo del governo di sinistra ha approvato il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso). Quindi, forti istituzioni clericali non possono più essere la scusa per nascondere il fallimento del movimento omosessuale, o LGBT per essere più politically correct.

Forse, ancora dopo 40 anni, è nuovamente venuto il momento di essere tutti, nuovamente, attivisti Ma non solo nelle "GRANDI MANIFESTAZIONI".

Le grandi manifestazioni penso che alla fine lascino veramente il tempo che trovano, servono solo come un pannicello caldo a farci stare meglio, farci sembrare di essere in un paese civile, laico, solo perchè la gente ci sorride e batte le mani quando sfiliamo durante il Pride? Palle.
Dobbiamo tornare ad essere attivisti tutti i giorni, ad affermarci come persone, ad essere visibili, ad essere riconoscibili al lavoro, coi colleghi, con i vicini di casa, con i compagni di sport, perche solo con la conoscenza reale, con l'EDUCAZIONE possiamo sperare di essere finalmente NON accettati, ma compresi e inclusi come persone e coppie come tutte le altre.

Ho visto la pubblicità di un video che sarà presentato durante il prossimo festival del cinema gay "Da Sodoma a Hollywood" dal titolo, forse involontariamente, emblematico: "Feever! Wanna be gay on Sunday (Voglio essere Gay la domenica)" . Ecco, dobbiamo partire esattamente dall'apporccio opposto:
" Voglio essere gay tutti i giorni".

Perchè la vita è nostra e non possiamo più lasciarcela scippare.

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